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Reumatologia

Paracoccidioidomicosi: diagnosi e trattamento


La paracoccidioidomicosi è un’infezione fungina sistemica, causata da Paracoccidoides brasiliensis.
L’infezione è endemica nelle aree subtropicali dell’America Latina, e ha un’alta prevalenza in Brasile.

La malattia è acquisita mediante inalazione per via aerea di conidi, ed è frequentemente osservata nei lavoratori rurali di sesso maschile, adulti.

Il tipo giovanile di questa micosi è meno prevalente ( 5-10% dei casi clinici ), e colpisce entrambi i sessi. Questa forma clinica si presenta nei bambini e negli adolescenti, e ha un decorso subacuto con febbre, tossiemia, perdita di peso, adenopatia, epatosplenomegalia, anemia, ed eosinofilia.

La presentazione clinica è simile a quella della grave tubercolosi, leucemia, o linfoma. La diagnosi è confermata dalla scoperta di elementi di Paracoccidoides brasiliensis all’esame microscopico.
Il fungo cresce lentamente ( 20-30 giorni ) e il suo isolamento è difficile. Studi istologici e sierologici possono anche essere utili nella diagnosi di questa micosi.

Le sulfonamidi, il Ketoconazolo ( Nizoral ), l’Itraconazolo ( Sporanox ), Flucoconazolo ( Diflucan ), e l’Amfotericina B ( Fungizone ) sono state impiegate con successo nel trattamento della paracoccidioidomicosi.
L’Itraconazolo è il trattamento di scelta, essendo efficace in più del 95% dei casi.
Il Cotrimoxazolo è ancora frequentemente utilizzato soprattutto nella malattia cronica progressiva, ed anche come mantenimento dopo un ciclo di Amfotericina B nei casi gravi di questa micosi. ( Xagena2009 )

Ferreira MS, Paediatr Respir Rev 2009;10: 161-165


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